Noi dell’Ente Nazionale Risi abbiamo creato questo sito per raccontarti il Riso Italiano e speriamo che questo nostro lavoro ti possa avvicinare ad un consumo più consapevole.
Più consapevole di quanto il riso sia fortemente legato al territorio italiano e di quanto le varietà italiane siano un prodotto unico e inimitabile con caratteristiche specifiche che non troverai altrove.
Più consapevole delle varietà in commercio e di quali scegliere per cucinare i piatti che desideri.
Più consapevole di come trattare il riso in cucina, con che strumenti, con che procedimenti e con quali abbinamenti.
Più consapevole delle proprietà nutrizionali e dei benefici che puoi avere dal suo consumo.
Il nostro Ente non è solo il vessillo per la valorizzazione del riso italiano, ma ne è anche la memoria storica.
Il riso è il nostro mondo, ma anche il tuo dato che è stato determinante nella cultura italiana. Ripercorrere insieme l’affascinante storia dell’arrivo del riso nel nostro Bel Paese da luoghi asiatici lontani, equivale a ripercorrere anche la storia dell’Italia.
Come la coltivazione del riso sia arrivata a noi è ancora un mistero.
Secondo alcuni studiosi sarebbe iniziata in seguito all’occupazione di Sicilia e Calabria da parte degli Arabi. Secondo altri si sarebbe sviluppata nel Napoletano durante l’occupazione degli Aragonesi.
Nell’Italia settentrionale invece potrebbe essere stata introdotta dai soldati di Carlo Magno, dopo le battaglie contro gli Arabi, oppure ad opera dei mercanti delle Repubbliche marinare.
Tutte queste ipotesi sono verosimili, quindi il riso potrebbe essere arrivato in diverse zone, per poi diffondersi in tutta la penisola.
Una data certa nella storia italiana del riso è il 1475.
A quell’anno risalgono le missive di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, a Nicolò de’ Roberti, oratore del Duca di Ferrara, con le quali donava 12 sacchi di riso da semina affinché potesse essere coltivato nel Ferrarese.
Abbiamo quindi la prima prova che dimostra come il riso fosse coltivato in modo così stabile nel nostro Paese da poter essere addirittura esportato.
Da allora, la risicoltura italiana decolla tant’è che nel 1500 occupa già 5000 ettari.
Novant’anni dopo, in occasione di una pesante carestia, le autorità bolognesi distribuivano riso per aiutare i contadini affamati: è importante perché testimonia come la risicoltura italiana sia nata anche per esigenze nutrizionali.
Il riso italiano infatti è l’unico coltivato con lo scopo di assorbire i nutrienti degli altri elementi, così che le persone ne potessero assimilarne tutti i benefici ed energie.
L’epopea risicola prosegue tra successi e battute d’arresto fino ad arrivare alla Prima Guerra Mondiale, periodo in cui la necessità di offrire un alimento sano, abbondante e ricco porta il riso alla ribalta.
Lo sviluppo della risicoltura è reso possibile anche dalla ricerca scientifica, che permette di avviare le operazioni di selezione delle varietà e di ricerca della qualità del prodotto.
Ecco qui un’altra delle nostre mission: controllare la qualità del riso in commercio, la tracciabilità dei risi classici e delle varietà DOP (ovvero Baraggia Biellese e Vercellese) e IGP (ovvero Nano Vialone Veronese e Delta del Po).